Storia del comune

Netro è un ridente paese delle Prealpi occidentali biellesi, situato nella parte alta della Valle dell’Elvo, la più aperta e fruibile fra le vallate biellesi.
Il territorio di forma grossolanamente triangolare, con superficie di circa 12 Kmq., si estende dai 400 mt. s.l.m. del bacino della diga sul torrente Ingagna ai 1.859 mt. del Bric Paglie. Il paesaggio collinare e premontano è caratterizzato da prati verdissimi, intervallati da boschi di varie specie, che variano a seconda dell’altitudine del territorio.
L’abitato si concentra nei nuclei del capoluogo e delle frazioni di Colla, Castellazzo, Cerea, Trivero e Renecco. Parecchie sono le seconde case inserite nel verde del territorio.

La viabilità principale è costituita dalle due strade provinciali n° 502 e 500, che attraversano il territorio comunale in tutta la sua larghezza, alle quote ci circa 600 e 950 mt. La viabilità minore, molto estesa, è ad andamento prettamente verticale e presenta molte possibilità escursionistiche su tranquille strade panoramiche ed ombreggiate. Interessante è il percorso della G.T.B. (Grande Traversata Biellese) e la molteplicità dei sentieri C.A.S.B.
Esistono due aree attrezzate per la sosta, situate la prima a monte del capoluogo denominata “Area attrezzata Masini” in regione Carasseie, la seconda sulla strada che dalla frazione Castellazzo va verso Donato, chiamata “Roc d’la Mara”.
Netro è ricco di corsi d’acqua a portata costante e di fontane sparse su tutto il territorio comunale.
L’acqua potabile è di buona qualità e ha come caratteristica principale la leggerezza.
L’aria viene monitorata con regolarità e risulta particolarmente pura.
La quiete dei luoghi e la possibilità di vivere con i ritmi dettati dalla natura, alla riscoperta di un passato ricco di storia e di tradizioni, fanno di Netro e di tutta la Valle dell’Elvo la meta ideale per trascorrere periodi di completa e salubre tranquillità.


Le origini

L’origine di Netro, secondo la leggenda, risale al tempo dei Celti e dei Salassi. Essi, nella loro lotta contro il nemico romano, trovarono in tale zona una posizione di difesa e chiamarono il luogo NEOS-TRO: la radice NEOS significa “NUOVO” ed il suffisso TRO significa “DIFESA”, da cui NETRUM in latino e NETRO in italiano. Era, infatti loro usanza definire i luoghi a seconda della situazione in cui si trovava il popolo.
L’altare druidico e le iscrizioni rupestri nei pressi dell’Alpone ne confermerebbero la presenza.
E’ comunque cosa certa che il capoluogo, adagiato lungo la dorsale che raccorda altopiano e montagna, si presenta come una roccaforte naturale per la sua posizione elevata e strategica.

Del castello rimane solo una torre, utilizzata come campanile dell’Oratorio di San Rocco, edificato ai primi del 16000 come ex voto in occasione di un’epidemia di peste.
Al XII secolo risale, invece, la Chiesa romanica del Cimitero. Sebbene alterata da successivi ampliamenti la chiesa conserva intatto il fascino sobrio delle pievi medioevali.
Risalgono ad epoche successive gli altri edifici religiosi e civili d’interesse storico

Data ultima modifica: 09 Novembre 2020